Presenze che sfiorano, corpi che restano
mostra fotografica collettiva con Agnese Travaglini, Celeste Miraka, Tanek, Simone Friuli
a cura di Andrea Acocella
testi di Margherita Data
Rieti, 28 agosto - La mostra Presenze che sfiorano, corpi che restano nasce come sviluppo e riallestimento di un progetto espositivo già presentato all’interno di Polisemiə, collettiva svoltasi nel giugno 2025 nel quartiere San Lorenzo a Roma, promossa da bar.lina e Le Tre Ghinee con il sostegno di Action Aid. Il progetto prende forma dal laboratorio di fotografia condotto da Susanna D’Aliesio nell’ambito dell’iniziativa Art is Love Made Public, che indaga l’arte queer come strumento di rivendicazione dei diritti e delle libertà della comunità LGBTQIA+.
In occasione del Lazio Pride 2025, l’esposizione approda a Rieti per aprire un dialogo con la città sui temi dell’autodeterminazione, della libertà corporea e della pluralità delle forme di relazione. La mostra è in programma dal 10 al 14 settembre 2025 presso la Sala Mostre comunale (Piazza Vittorio Emanuele II,1, Rieti) , con opening mercoledì 10 settembre ore 18
La mostra riunisce i lavori di Agnese Travaglini, Celeste Marika, Tanek e Simone Friuli, restituendo un mosaico di prospettive e narrazioni visive capaci di affrontare in modo diretto e poetico le imposizioni normative su corpo, identità, desiderio e relazioni. Il nucleo tematico si concentra sul corpo come territorio politico e poetico: non oggetto da approvare o modellare, ma spazio vivo, complesso e in continua trasformazione. Ogni progetto racconta il momento in cui lo sguardo dell’altrə cerca di classificare, e il corpo risponde sottraendosi, rivendicando la propria libertà di mutare.
Le quattro traiettorie principali:
— Ecco Io di Agnese Travaglini: corpi femminili che resistono alla storica sessualizzazione, riappropriandosi del proprio spazio di esistenza.
— Senza Pensieri di Celeste Miraka: i capelli come superficie di conflitto e simbolo di identità contro stereotipi legati a razza e genere.
— Piezas di Tanek: un mosaico di relazioni non monogame raccontate come reti affettive plurali, fondate su consenso e dialogo.
— I felt so comfortable in your shoes di Simone Friuli: il genere come gesto performativo e processo in divenire, colto nei momenti di trasformazione e affermazione identitaria.
Il testo critico di Margherita Data accompagna l’esposizione intrecciando testimonianze intime e dimensione politica: ogni immagine diventa atto di presenza e resistenza, ma anche invito a immaginare nuovi modi di vivere e amare. La cura del progetto è affidata a Andrea Acocella.
All’interno della sala espositiva sarà possibile visitare anche la mostra “Oltre il sangue: la Queerness familiare a cura di Marianna Petrucci. Il tema della mostra "Oltre il sangue: la Queerness familiare” si ispira alle parole di Michela Murgia: "La famiglia è dove c’è amore, non solo dove c'è un legame di sangue". Lə artistə esplorano, anche in base alla propria esperienza, le diverse forme di famiglia e di relazioni che esistono al di fuori delle norme tradizionali, celebrando la diversità e l'inclusività e valorizzando il concetto di "famiglia d'anima" come comunità di persone unite da legami di amore e di solidarietà.
Agnese Travaglini (Roma, 2001) [she/her]- Agnese si muove nel mondo come persona queer e lesbica.
Nel 2022 si trasferisce a Bologna per l’università e, per la prima volta, entra in contatto con il mondo queer e transfemminista: uno spazio che le permette di interrogarsi in nuovi modi, riconoscersi e lottare collettivamente accanto a tutte le soggettività dissidenti dalla norma. È laureata in Sviluppo e Cooperazione Internazionale e costruisce la propria vita cercando di tenere insieme teoria e pratica, attraverso l’attivismo e l’arte. Convinta che “il personale sia politico”, considera la fotografia uno strumento fondamentale per dare corpo a questa idea. La macchina fotografica diventa, per lei, sia uno specchio – mezzo di conoscenza e osservazione del proprio corpo e del rapporto con esso – sia uno sguardo sul mondo, una modalità per raccontare ciò che la circonda e descriverlo con dolcezza, rabbia, delicatezza o brutalità.
Celeste Miraka (Caserta, 2000) [she/her] - Celeste Miraka è una donna del Sud Italia, originaria della Campania e con radici albanesi. Lesbica, a diciotto anni lascia la propria terra e si trasferisce a Roma, città che definisce la madre della sua seconda nascita. È laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza. Scrive per proteggere e normalizzare la tristezza, dando consistenza a quei macigni interiori che spesso restano fermi nello stomaco come brutti sogni. Da oltre un anno partecipa al mondo del Poetry Slam, affrontando la propria timidezza dietro microfoni e leggii sempre troppo bassi. Ama l’Estathè al limone e il pane con la maionese, i libri nascosti nelle tasche delle grandi giacche invernali mai abbastanza calde, e il cappuccino a colazione. Scatta in analogico, perché sviluppare i rullini le sembra più autentico che scorrere immagini su uno schermo; la fotografia, per lei, è un modo per fermare il tempo e rendere eterno un momento. Si piace definire “un po’ nuvola e un po’ albero”, per i suoi capelli ricci, nei quali trova spazio per nascondere piccoli oggetti.
Tanek (Campobasso, 1996) [he/him] - Attualmente vive a Roma, dove ha intrapreso i propri studi artistici e avviato una ricerca personale. Negli ultimi anni ha sviluppato un forte bisogno di raccontare esperienze intime e frammenti di vita condivisi con la comunità LGBTQIA+ di cui fa parte. La sua ricerca si concentra sulle identità e pratiche non conformi, così come sulle relazioni affettive, intese come spazi di intimità e convivenza da ripensare oltre i modelli normativi. Attraverso pittura, installazione, fotografia e pratiche ibride esplora la materialità del corpo e la sua capacità di generare connessioni: il contatto, la prossimità e la vulnerabilità diventano strumenti di resistenza e dichiarazione politica. L’avvicinamento consapevole a questi temi e alle pratiche condivise con la propria comunità ha ridefinito il suo percorso e aperto nuovi orizzonti di ricerca. Con il suo lavoro intende mettere in discussione modelli sociali e generazionali che si presentano come unici e naturali, per aprire a immaginari affettivi rivoluzionari. Crede nelle relazioni come possibilità in continuo movimento: spazi che, pur ereditando norme e ruoli consolidati, possono generare pratiche nuove, in cui corpi e desideri si incontrano senza bisogno di corrispondere a modelli prestabiliti.
Simone Friuli (Acquaviva delle Fonti, 1997) [he/him] - Di origini pugliesi, Simone si trasferisce a Roma per completare il percorso di studi in letteratura comparata grazie al quale mantiene un attitudine critica nei confronti del mondo circostante. Dopo il percorso di studi, si avvicina alla fotografia come mezzo utile tramite il quale raccontare l’umano. Inizia a lavorare sui set fotografici, dai quali apprende le tecniche di illuminazione professionali. Simone cerca di usare le tecniche imparate da un contesto più commerciale per dare maggior valore e risalto alle tematiche trattate: il corpo si svuota delle sue significazioni meramente estetiche e si fa campo di lotta politica, nel quale l’identificazione di genere, l’edonismo e l’autodeterminazione assumono valore essenziale.
Fluida APS – bar.lina nasce nel 2021 con l’obiettivo di garantire espressione e visibilità alla comunità LGBTQIA+, attraverso la creazione di spazi di socialità e fruizione culturale. Con sede nel quartiere San Lorenzo a Roma, bar.lina si configura come centro espositivo di ricerca queer, spazio di parola, performatività, condivisione e formazione storico‑artistica, con uno sguardo intersezionale e inclusivo. Fin dalla sua costituzione, Fluida APS – bar.lina sostiene la produzione e la diffusione di progetti artistici e curatoriali, con particolare attenzione all’accessibilità per persone con disabilità fisiche e cognitive, sensoriali e DSA.
Andrea Acocella [he/him] (Roma, 1991) è storico dell’arte, attivista LGBTQIA+ e curatore indipendente. Dopo una laurea in Storia dell’Arte e una specializzazione in Queer Curating al Node Center di Berlino, Andrea Acocella inizia la sua personale ricerca curatoriale intorno ai temi della sessualità, dei corpi, delle politiche sessuali e delle pratiche di desiderio e di affettività. Nel 2022 co-fonda bar.lina, spazio indipendente di arte e letteratura LGBTQIA+, che pone la comunità artistica queer italiana e internazionale al centro del proprio sviluppo. Da aprile 2022 cura la direzione del progetto “Think in Pink”, un ciclo di mostre, arrivato alla sua terza edizione. Nel 2024 è ideatore — con Le Tre Ghinee — del progetto Art Is Love Made Public, vincitore dell’avviso pubblico “The Care” promosso da Action Aid.
Informazioni pratiche:
Titolo mostra: Presenze che sfiorano, corpi che restano
Artistə: Agnese Travaglini, Celeste Miraka, Tanek, Simone Friuli
Apertura al pubblico: 10-14 settembre 2025
Opening: 10 settembre ore 18:00
Sede espositiva: Piazza Vittorio Emanuele II,1, Rieti
Orari di apertura: 10:00 - 13:00 e 16:00 - 18:00
A cura di: Andrea Acocella
Testo critico: Margherita Data
Un progetto di: Fluida APS – bar.lina
Con il sostegno di: Arcigay Rieti e Lazio Pride
Biglietto: gratuito
Accessibilità: ingresso accessibile con rampa; materiali in lingua italiana con font privi di grazie + QR code per lettura facilitata
Come arrivare: la Sala si trova nel centro storico. I parcheggi più vicini si trovano a circa 10 minuti a piedi. Rieti è raggiungibile sia in macchina, che con mezzi pubblici COTRAL anche da Roma e dalla stazione di Passo Corese