Polisemiə
Alessandro Calizza, Anahì Mariotti, Gina Babic con Venere, Paolo Bielli, Marco Bonaventura, Chiara Bruni, Giulio Catelli, Stefano Cipollari, Siren Deti, Michela Dinichilo, Susanna D’Aliesio, Simon Foxall, Gianorso, Chiara La Ruffa, Eva Maleen, Emanuele Marchetti, Norman Mine, Federica Rugnone, Jaqueline Salerno, Logan T. Sibrel, Stef Taverna, Francesco Timpone, José Witteveen, Klaryssa
a cura di Andrea Acocella, Elisa Dell’Accio, Margherita Data, Tecla Genovese
20-22 giugno 2025
La proposta curatoriale prende le mosse da una riflessione sul significato linguistico di polisemia, definita come la coesistenza in uno stesso segno di significati diversi. La polisemia è un concetto insito nella natura stessa della parola queer tanto che, citando il filosofo Lorenzo Bernini, «queer è un termine polisemico, o meglio un significante fluttuante che trasferisce la propria instabilità ai sostantivi che qualifica». Le parole polisemiche sono termini che possono presentare diverse interpretazioni a seconda del contesto in cui vengono utilizzate. Oltre alla sua definizione didascalica, per noi, la polisemia incarna complessità, laboriosità e sperimentazione, ovvero una moltitudine di linguaggi che può essere tradotta in ambito artistico attraverso l’interdisciplinarietà e il dialogo orizzontale. Per dare luogo a questa nostra necessità narrativa ogni artistə è chiamatə a rispondere con la propria pratica e l’unicità della propria ricerca ad una domanda semplice, quanto mai urgente: cos’è queer?
Crediamo che quello che ne verrà fuori sarà una nota a margine in un racconto polisemico, corale e polifonico, dove il contributo di ogni persona coinvolta nella mostra sarà fondamentale per raccontare la propria esperienza e la propria visione della queerness nel 2025. L’obiettivo è quello di rendere in maniera fattiva, citando Paul B. Preciado, “pratiche sperimentali collettive” di cui abbiamo bisogno per superare il binarismo e indagare la complessità del soggetto contemporaneo.